Testo critico di Glauco Baruzzi

“Le ceramiche di Donatella Baruzzi”

Agosto 1993

Da alcuni anni Donatella ha scoperto il magico mondo della ceramica: attività che richiede un impegno di continua ricerca, carico di “ pathos “, nel quale lei trova con naturalezza le soluzioni a molteplici problemi tecnici, propri di quest’antichissima Arte-Artigianato, che può felicemente unire l’utilità al valore estetico.

In questa mostra sono presenti questi due aspetti: l’utilità nella quotidianità e la trasposizione nell’area espressiva che per Donatella è vagamente ispirata al surrealismo, vedi l’omaggio a Magritte e le mele imprigionate in involucri trasparenti, i frammenti di “Natura”, le piccole “ Nature Morte” incenerite.

“The ceramics of Donatella Baruzzi”

August 1993

Donatella has discovered the magical world of ceramic since some years: activity that requires a continuous research effort, full of “pathos”, in which she naturally finds solutions to many technical problem, proper of this ancient Arts and Crafts, It can happily combine the utility to the aesthetic value.

In this exhibition there are these two aspects: usefulness in everyday life and transposition in the expressive dimension that is for Donatella vaguely inspired to surrealism, see the homage to Magritte and the apples imprisoned in transparent casings, fragments of “Nature”, the small “Still Life” incinerated.